Visitare le Concerie di Fès, simbolo della città

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Un viaggio in Marocco, e più precisamente a Fès, non è completo se non si visitano le sue Concerie. Simbolo dell’antica tradizione artigianale delle città, sanno sorprendere da diversi punti di vista, e in alcuni momenti anche lasciare un po’ di amaro in bocca. Ce ne sono diverse sparse per il centro, ma quelle più famose sono quelle di Chouara. C’è solo un piccolo problema: non vi si può entrare all’interno. Allora come si deve fare per visitare le Concerie di Fès?

Come visitare le Concerie di Fès

Come vi ho già detto quando vi ho parlato delle cose da vedere nella Medina di Fès, per evitare di perdersi e per apprezzare al massimo le meraviglie di questa città imperiale la migliore soluzione è affidarsi a una guida locale (ce ne sono molte e anche parlanti italiano).

Se seguirete il mio suggerimento sarà la stessa guida a condurvi a visitare le Concerie di Fès, in caso contrario continuate la lettura.

Il quartiere della Concerie è situato dietro la moschea Al-Qarawiyyinie. Le più famose sono quelle di Chouara, il posto perfetto per scoprire questa lavorazione tradizionale. C’è un grande però che dovete tenere in considerazione: non si possono visitare direttamente le Concerie di Fès Chouara perché sono interdette al pubblico.

La buona notizia è che le cisterne ad alveolo sono perfettamente godibili dai terrazzi dei vari negozi di pelletteria che ci sono nella Medina. In poche parole dovrete entrare dentro uno di questi e salire sul balcone.

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Un negozio di pelli a Fès

A farvi rimanere di stucco sarà che lo spettacolo che vi ritroverete di fronte conta circa 900 anni. Attualmente al suo interno operano più di 500 maestri artigiani che lavorano ogni giorno. Attenzione però: tenetevi strettissimo il rametto di metta che vi daranno all’entrata perché vi salverà dai forti odori che sentirete – sempre più fastidiosi – dirigendovi sulle terrazze.

In cosa cosiste la visita alle Concerie Chouara

Visitare le Concerie di Fès vuol dire ammirare quello che molti definiscono una “tavolozza di colori”. Mille sfumature regalate da grandi vasche in cui gli uomini si immergono per lavorare le pelli, seguendo un processo completamente manuale. In sostanza, nessuna operazione è svolta utilizzando macchinari.

Di primo impatto sarà emozionante, ma non posso sottrarmi dal dirvi che potrebbe farvi molto caso (a me è successo) vedere uomini lavorare duramente e in certe condizioni. Per alcuni, compresa me, potrebbe anche essere fastidioso pensare che in fondo stanno trattando quel che resta di alcuni animali.

Come sono lavorate le pelli nelle Concerie di Fès

Le pelli che vengono lavorate sono di mucca, pecora, capra e cammello. L’obiettivo – e qui ci metto un purtroppo – è trasformarli in prodotti di alta qualità come borse, cappotti, scarpe e pantofole. Il tutto seguendo lo stesso processo che si utilizzava il Medioevo, che di certo non era propriamente attento al benessere e alla sicurezza dei lavoratori.

I motivi degli odori forti sono molto semplici, e forse anche un po’ schifosi: inizialmente le pelli sono immerse in vasche di pietra contenenti una miscela di urina di mucca, calce, acqua e sale. Un insieme di ingredienti che aiuta ad abbattere il cuoio duro, rilasciare il grasso in eccesso, carne e capelli. Le pelli rimangono in immersione per due o tre giorni e successivamente i conciatori eliminano gli sessi peli, fibre e grasso.

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Le prime vasche delle Concerie di Fès

Finito questo processo le pelli vengono immerse in un altro set di vasche in pietra che contiene una miscela di acqua ed escrementi di piccione (sì, anche questo genera cattivo odore). Questa miscela sviluppa ammoniaca che agisce come soluzione per il rammollimento e permette alla pelle di diventare malleabile. Il conciatore durante questa fase utilizza i suoi piedi nudi per impastare le pelli. In totale ci vogliono fino a tre ore per raggiungere la morbidezza desiderata.

Subito dopo le pelli sono poi inserite in altre vasche in pietra contenenti coloranti vegetali naturali. Per esempio il fiore di papavero (rosso), l’indaco (blu), l’hennè (arancione), il legno di cedro (marrone), la menta (verde) e il zafferano (giallo).

Terminato questo passaggio, gli artigiani le appendono ai terrazzi e balconi per lasciale asciugare al sole. Un volta pronte vengono trasportate su asini e vendute ad altri lavoratori per la produzione di pantofole, portafogli, borse e molto altro ancora. Un sistema che se fatto con il bel tempo dura all’incirca 15 giorni; in caso di brutto tempo arriva anche a 30.


Pur non potendo visitare direttamente le Concerie di Fès, quella che si vive è comunque un’esperienza emozionante. Lo capirete all’istante che Chouara è un luogo unico al mondo. Ciò non toglie che, seppur non posso negarne il fascino, questa visita mi ha lasciato un grande amaro in bocca per le condizioni lavorative e anche al pensiero di quanti animali vengano scuoiati per avere oggetti che, in fondo, sono non essenziali.

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Le Concerie Chouara

Alla prossima :*

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